Vigne svizzere e fuochi campani: un viaggio nel gusto a Neuchatel da Vesuvius Taste Experience.
Un giorno speciale tra vigne e profumi di casa Cosa succede quando il profumo del pomodoro piennolo incontra quello di un Chardonnay delle colline svizzere? Si crea qualcosa di assolutamente magico. Per la prima volta, Vesuvius Neuchâtel ha dato vita a un evento che resterà nella memoria di chi c’era: un viaggio tra vigne e sapori, tra Svizzera e Campania, tra il rigore del Nord e la passione del Sud. La giornata è cominciata alla Tenuta Domaine de Chambleau, una realtà con cui il ristorante collabora da anni e che rappresenta una delle eccellenze del vino nella Svizzera francese. Qui, tra i filari dorati e il profumo d’autunno, giornalisti delle maggiori testate specializzate in food and wine sono stati accolti con un aperitivo rustico e raffinato: salumi e formaggi italiani, qualche fetta delle migliori pizze signature di Vesuvius e un calice di Chasselas non filtrato della Domaine Saint-Sébaste. Un vino autentico, da mescolare prima di servirlo, vendemmiato a gennaio come da tradizione svizzera. Semplice all’apparenza, ma raffinatissimo e pieno di anima. La degustazione in cantina è proseguita con i vini simbolo della tenuta Chambleau: due bianchi, due Chardonnay, due Oeil de Perdrix (l’“occhio di pernice”, guai a chiamare rosato!) e il Pinot Nero purosangue di Chambleau, affinato in barrique dal 2013. Un vino che parla piano ma lascia il segno, come certe storie d’amore che durano nel tempo anche dopo essere finite. Dal vigneto alla tavola: la serata al Vesuvius Dopo la visita, il viaggio del gusto è continuato tra le mura accoglienti e il design raffinato di Vesuvius Neuchatel, dove lo chef e il team hanno costruito un percorso di degustazione con abbinamenti tanto audaci quanto armoniosi e tutti da scoprire. L’obiettivo non era semplicemente “parlare d’Italia”: era mettere in dialogo i due territori, esaltando il meglio di entrambi. Così, al posto dei classici vini campani, la scelta è caduta su etichette svizzere dal carattere deciso, ognuna selezionata per il suo equilibrio di acidità, profondità e bevibilità. Tre le cantine protagoniste della serata Chambleau, La Grillette e Domaine Saint-Sébaste, i cui vini hanno accompagnato i piatti Vesuvius in un crescendo di profumi ed emozioni. Il racconto degli abbinamenti Chi ha detto che bisogna iniziare con prosecco o champagne? Vesuvius è abituato a distinguersi e infatti il brindisi iniziale è stato affidato alla Cuvée Édouard di Mauler, una bollicina d’eccezione a base di Pinot Nero, dal profumo speziato, vanigliato e con note di frutta secca. Nel piatto, per la gioia dei palati presenti, una sfogliatella salata ripiena di crema di friarielli: un boccone che profuma di Napoli ma gioca con la finezza della bollicina svizzera. 1° vino – Viognier 2022, La Grillette Affinato oltre dieci mesi in barrique, dal colore giallo pallido, è un vino che profuma di pesca bianca e albicocca. È stato presentato in abbinamento con una pizza con pomodoro piennolo, polvere di olive e basilico croccante: un contrasto dolce-acido che ha conquistato tutti. 2° vino – Chardonnay barrique, Chambleau La seconda proposta è stata un vino che parla con eleganza, minerale e fruttato, persistente e intenso. Questo Chardonnay è stato servito con gnocchetti di patata viola, un piatto che richiama la tradizione svizzera ma trova equilibrio nella struttura del vino. Un abbinamento giocato sulla profondità e sulla delicatezza. 3° vino – Sauvignon Riserva, Domaine Saint-Sébaste Servito con la “Napoli Moderna”, una reinterpretazione della Margherita con datterini gialli e rossi. Un abbinamento davvero particolare, in cui il lato esotico di questo Sauvignon, con le sue sfumature di frutto della passione, ha reso l’assaggio elegante e sorprendente, esaltando la dolcezza del pomodoro e l’acidità del vino. 4° vino – Malbec Merlot, La Grillette Ultimo della lista ma non per importanza, il Malbec Merlot, che ha regalato un gran finale. Un rosso 100% svizzero, affinato 12 mesi in barrique, dove la precisione degli “orologiai del vino”, così si autodefiniscono i produttori di questa cantina, si sente in ogni sorso. Nel bicchiere, profumi di piccoli frutti e sambuco, corpo deciso e armonioso. Nel piatto, la pancia di maialino con friarielli e chips di tarallo napoletano: un matrimonio perfetto tra intensità e morbidezza. Per molti, il miglior abbinamento della serata: il Malbec Merlot ha sorpreso per la sua eleganza e per come ha saputo dialogare con la forza del piatto. Dolce chiusura: profumo d’autunno e mela annurca Il viaggio si è chiuso con un distillato che ha lasciato tutti senza parole: il Vieux Marc di Chambleau, ottenuto dal Pinot Nero 2013. Non la classica grappa, ma un’acquavite più dolce, avvolgente, dai profumi di frutto affumicato e cannella, con un palato rotondo e vellutato. A farle da spalla, un dessert poetico: “Autunno napoletano”, un dolce che celebra l’autunno servito con un liquore a base di mela annurca. Una giornata che profuma di futuro Una giornata davvero speciale quella del 30 ottobre a Neuchatel, non solo per la bellezza del percorso tra le vigne o per la ricchezza dei piatti, ma per la sensazione di assistere a qualcosa di nuovo: un incontro tra mondi, una storia di amicizia tra la tradizione culinaria italiana, tenuta alta da Gianluca Pellegrino e tutto lo staff Vesuvius, e le cantine del territorio. Un evento che racconta cosa succede quando l’amore per la cucina incontra la passione per il vino. E che ci ricorda, ancora una volta, che la vera armonia nasce dall’incontro.



