Vesuvius

Al Casinò di Neuchâtel, celebriamo la cucina italiana nel mondo.

Per omaggiare la candidatura della cucina italiana a diventare patrimonio mondiale immateriale dell’Unesco, il 26 novembre 2025, presso la nostra sede Vesuvius all’interno del Casinò di Neuchâtel, si terrà «The Italian Cuisine Celebration», evento esclusivo di promozione della cucina italiana nel mondo. Un’iniziativa unica, con la quale vogliamo celebrare il meglio dell’italianità nel piatto, con un menù che attraversa simbolicamente l’Italia da nord a sud. Nostri ospiti d’eccezione saranno il Direttore dell’ICE Berna, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Samuele Porsia, e rappresentanti della stampa svizzera specializzata, in una serata che sarà anche aperta al pubblico e in cui le parole d’ordine saranno qualità, raffinatezza, autenticità. L’ICE svolge un ruolo fondamentale nel sostegno alle imprese italiane sui mercati esteri, e per questo la sua partecipazione all’evento sottolinea il valore culturale ed economico della gastronomia italiana e il suo ruolo strategico nell’export agroalimentare e nella promozione del Made in Italy all’estero.  Il luogo: Vesuvius Taste Experience Vesuvius Taste Experience non è una semplice pizzeria: è un concept che combina cucina italiana, design e convivialità, creato da Gianluca Pellegrino a quattro mani con il maestro pizzaiolo, anch’egli campano, Giuseppe Folgore. Il locale, situato all’interno del Casinò di Neuchâtel, unisce eleganza urbana e atmosfera rilassata, con arredi in legno, poltrone in velluto e luci calde, che evocano lo spirito dell’Italia e – in particolare – l’immagine del Vesuvio, uno dei suoi simboli più iconici Secondo la nostra filosofia, Vesuvius Taste Experience utilizza ingredienti selezionati, molti dei quali provenienti direttamente dall’Italia, per offrire ai nostri clienti un’esperienza autentica e di alta qualità.  Il menù della serata: un viaggio gastronomico lungo la penisola Per la serata del 26 novembre, il nostro chef di cucina, Roberto Gagliano, ha elaborato un percorso degustazione che celebra l’Italia unita, attraverso piatti iconici delle sue regioni. Si parte con un Arancino tipico Siciliano come benvenuto, per poi proseguire in Piemonte con il Vitello Tonnato. Giù poi fino alla Campania, con la mitica, imprescindibile Margherita, da dove si passa per lo Spaghetto al Pomodoro, omaggio all’Italia intera, per poi fare una capatina nel Lazio con l’assaggio del Piccolo Nido di Cacio e Pepe. Non stanchi, si ritorna al Nord con il famoso Risotto alla Milanese con Ossobuco, re della Lombardia, e infine ci sposta in Veneto e Friuli con un indimenticabile Tiramisù.  Insomma, un menù che più che un menù è un viaggio sensoriale che unisce storie, tradizioni e ingredienti regionali in un’esperienza coesa ed elegante. Il significato dell’evento Il menù non è un semplice menù perché la serata sarà più di una cena: sarà un’espressione culturale, un momento di celebrazione dell’identità gastronomica italiana e del suo prestigio internazionale, con la presenza dell’ICE e dei media svizzeri che rafforza l’importanza dell’enogastronomia come veicolo di diplomazia culturale e attrattiva per il Made in Italy. Grazie al design curato del nostro locale, che mescola minimalismo e calore, e alla selezione attenta dei piatti, l’evento punta a coinvolgere non solo esperti di settore ma anche appassionati di cucina e un pubblico più ampio, offrendo un’esperienza di condivisione e scoperta. Un’esperienza che, decisamente, non si può perdere. Il costo della serata è di 45chf a persona, bevande escluse. Prenota il tuo posto sul nostro sito.  

L’Eccellenza della Cucina Italiana in Svizzera: Vesuvius, esperienza di gusto

Se sei alla ricerca dell’autentico sapore della cucina italiana in Svizzera, in particolare un’esperienza che vada oltre la semplice offerta e abbracci l’innovazione, Vesuvius a Neuchâtel è la destinazione ideale. Il ristorante con la sua pizzeria situato all’interno del casinò di Neuchâtel distinguono per la capacità di esportare l’arte culinaria campana, unendo la tradizione con un tocco di contemporaneità e sperimentazione. Questo impegno verso la qualità e l’innovazione è stato recentemente celebrato in occasione della serata evento “Vesuvius: experience the Italian taste” tenutosi il 30 ottobre a cui hanno partecipato anche numerosi giornalisti gastronomici provenienti dall’Italia. La serata è stata anche l’occasione da parte di Giuseppe Folgore, capo chef e pizzaiolo di Vesuvius, di presentare di un piatto fusion sorprendente e delizioso, simbolo della filosofia culinaria di Vesuvius. Gnocchi di patata viola alla sorrentina: un ponte tra Campania e Svizzera Lo gnocco di patate è uno dei piatti più iconici e amati della cucina italiana, conosciuto in ogni angolo del mondo. La sua variante più celebre, lo gnocco alla sorrentina, con la sua esplosione di mozzarella filante e passata di pomodoro, è un vero e proprio inno alla tradizione campana. Vesuvius, con l’obiettivo costante di promuovere l’eccellenza culinaria campana in terra elvetica, ha voluto reinterpretare questo classico della cucina tradizionale. L’idea, concepita da Giuseppe Folgore e magistralmente realizzata dallo chef di Vesuvius Roberto Gagliano, ha dato vita a un piatto fusion di grande impatto visivo e di gusto: i mini gnocchetti di patata viola conditi con cuore di fior di latte dei Monti Lattari serviti e spuma leggera di pomodoro San Marzano. Innovazione e territorio: la scelta della patata viola L’elemento distintivo di questa rivisitazione risiede nell’utilizzo della patata viola di Vitelotte per l’impasto. La scelta di utilizzare questa variante di patata da parte di Giuseppe Folgore non è casuale, ma rappresenta un omaggio non solo alla terra d’origine di Vesuvius, ma anche alla confederazione elvetica e alla Francia, paese confinante e culturalmente legato al cantone di Neuchâtel. La patata Vitelotte, è infatti un tipo di tubero coltivato nel nord della Francia attraverso un presidio Slow Food che aggiunge un tocco di originalità e un colore vibrante ad un classico della cucina italiana tradizionale, trasformandolo in un’esperienza culinaria che abbraccia un’identità transfrontaliera. Questo ingrediente fusion unisce l’anima campana (data dal fior di latte dei Monti Lattari e dal pomodoro San Marzano) con un’eccellenza del territorio circostante, dimostrando come la cucina italiana proposta da Vesuvius in Svizzera possa evolversi mantenendo salde le sue radici. Vesuvius a Neuchâtel: non solo la miglior pizza della Svizzera L’evento del 30 ottobre non è stato solo un palcoscenico per i mini gnocchi fusion. Giornalisti e clienti hanno avuto l’opportunità di degustare un menù di 7 portate, un vero e proprio percorso gastronomico che ha celebrato la cucina campana e la pizza napoletana in chiave contemporanea. Se Vesuvius è spesso citata come luogo dove mangiare la miglior pizza di Neuchâtel e della Svizzera, l’evento ha ribadito che l’offerta culinaria va ben oltre l’eccellenza della pizza. Ogni portata, curata da Giuseppe Folgore e da tutto lo staff di cucina, è stato un manifesto di alta qualità, grazie all’utilizzo di eccellenze del Made in Italy e prodotti selezionati con cura. L’apprezzamento unanime dei presenti per il menù è la conferma che Vesuvius non è solo una delle migliori pizzerie in terra elvetica, ma un vero e proprio luogo di eccellenza della gastronomia italiana. L’impegno di Vesuvius nel coniugare la maestria culinaria campana con un occhio attento all’innovazione garantisce ai suoi clienti in Svizzera un’esperienza di gusto autentica, raffinata e sempre sorprendente. Se cerchi un luogo vibrante della cucina italiana in Svizzera, Vesuvius è il luogo dove la tradizione incontra il futuro.  

Vigne svizzere e fuochi campani: un viaggio nel gusto a Neuchatel da Vesuvius Taste Experience.

Un giorno speciale tra vigne e profumi di casa Cosa succede quando il profumo del pomodoro piennolo incontra quello di un Chardonnay delle colline svizzere? Si crea qualcosa di assolutamente magico. Per la prima volta, Vesuvius Neuchâtel ha dato vita a un evento che resterà nella memoria di chi c’era: un viaggio tra vigne e sapori, tra Svizzera e Campania, tra il rigore del Nord e la passione del Sud. La giornata è cominciata alla Tenuta Domaine de Chambleau, una realtà con cui il ristorante collabora da anni e che rappresenta una delle eccellenze del vino nella Svizzera francese. Qui, tra i filari dorati e il profumo d’autunno, giornalisti delle maggiori testate specializzate in food and wine sono stati accolti con un aperitivo rustico e raffinato: salumi e formaggi italiani, qualche fetta delle migliori pizze signature di Vesuvius e un calice di Chasselas non filtrato della Domaine Saint-Sébaste. Un vino autentico, da mescolare prima di servirlo, vendemmiato a gennaio come da tradizione svizzera. Semplice all’apparenza, ma raffinatissimo e pieno di anima. La degustazione in cantina è proseguita con i vini simbolo della tenuta Chambleau: due bianchi, due Chardonnay, due Oeil de Perdrix (l’“occhio di pernice”, guai a chiamare rosato!) e il Pinot Nero purosangue di Chambleau, affinato in barrique dal 2013. Un vino che parla piano ma lascia il segno, come certe storie d’amore che durano nel tempo anche dopo essere finite. Dal vigneto alla tavola: la serata al Vesuvius Dopo la visita, il viaggio del gusto è continuato tra le mura accoglienti e il design raffinato di Vesuvius Neuchatel, dove lo chef e il team hanno costruito un percorso di degustazione con abbinamenti tanto audaci quanto armoniosi e tutti da scoprire. L’obiettivo non era semplicemente “parlare d’Italia”: era mettere in dialogo i due territori, esaltando il meglio di entrambi. Così, al posto dei classici vini campani, la scelta è caduta su etichette svizzere dal carattere deciso, ognuna selezionata per il suo equilibrio di acidità, profondità e bevibilità. Tre le cantine protagoniste della serata Chambleau, La Grillette e Domaine Saint-Sébaste, i cui vini hanno accompagnato i piatti Vesuvius in un crescendo di profumi ed emozioni. Il racconto degli abbinamenti Chi ha detto che bisogna iniziare con prosecco o champagne? Vesuvius è abituato a distinguersi e infatti il brindisi iniziale è stato affidato alla Cuvée Édouard di Mauler, una bollicina d’eccezione a base di Pinot Nero, dal profumo speziato, vanigliato e con note di frutta secca. Nel piatto, per la gioia dei palati presenti, una sfogliatella salata ripiena di crema di friarielli: un boccone che profuma di Napoli ma gioca con la finezza della bollicina svizzera. 1° vino – Viognier 2022, La Grillette Affinato oltre dieci mesi in barrique, dal colore giallo pallido, è un vino che profuma di pesca bianca e albicocca. È stato presentato in abbinamento con una pizza con pomodoro piennolo, polvere di olive e basilico croccante: un contrasto dolce-acido che ha conquistato tutti. 2° vino – Chardonnay barrique, Chambleau La seconda proposta è stata un vino che parla con eleganza, minerale e fruttato, persistente e intenso. Questo Chardonnay è stato servito con gnocchetti di patata viola, un piatto che richiama la tradizione svizzera ma trova equilibrio nella struttura del vino. Un abbinamento giocato sulla profondità e sulla delicatezza. 3° vino – Sauvignon Riserva, Domaine Saint-Sébaste Servito con la “Napoli Moderna”, una reinterpretazione della Margherita con datterini gialli e rossi. Un abbinamento davvero particolare, in cui il lato esotico di questo Sauvignon, con le sue sfumature di frutto della passione, ha reso l’assaggio elegante e sorprendente, esaltando la dolcezza del pomodoro e l’acidità del vino. 4° vino – Malbec Merlot, La Grillette Ultimo della lista ma non per importanza, il Malbec Merlot, che ha regalato un gran finale. Un rosso 100% svizzero, affinato 12 mesi in barrique, dove la precisione degli “orologiai del vino”, così si autodefiniscono i produttori di questa cantina, si sente in ogni sorso. Nel bicchiere, profumi di piccoli frutti e sambuco, corpo deciso e armonioso. Nel piatto, la pancia di maialino con friarielli e chips di tarallo napoletano: un matrimonio perfetto tra intensità e morbidezza. Per molti, il miglior abbinamento della serata: il Malbec Merlot ha sorpreso per la sua eleganza e per come ha saputo dialogare con la forza del piatto. Dolce chiusura: profumo d’autunno e mela annurca Il viaggio si è chiuso con un distillato che ha lasciato tutti senza parole: il Vieux Marc di Chambleau, ottenuto dal Pinot Nero 2013. Non la classica grappa, ma un’acquavite più dolce, avvolgente, dai profumi di frutto affumicato e cannella, con un palato rotondo e vellutato. A farle da spalla, un dessert poetico: “Autunno napoletano”, un dolce che celebra l’autunno servito con un liquore a base di mela annurca. Una giornata che profuma di futuro Una giornata davvero speciale quella del 30 ottobre a Neuchatel, non solo per la bellezza del percorso tra le vigne o per la ricchezza dei piatti, ma per la sensazione di assistere a qualcosa di nuovo: un incontro tra mondi, una storia di amicizia tra la tradizione culinaria italiana, tenuta alta da Gianluca Pellegrino e tutto lo staff Vesuvius, e le cantine del territorio. Un evento che racconta cosa succede quando l’amore per la cucina incontra la passione per il vino. E che ci ricorda, ancora una volta, che la vera armonia nasce dall’incontro.

Gianluca Pellegrino: una storia che nasce per caso, si sviluppa con competenza e visione e termina con il successo.

Nel cammino di Gianluca Pellegrino la Svizzera era una tappa non prevista. Non avrebbe mai immaginato di stabilirsi qui, in un luogo che per lui era solo “Heidi e montagne” e che non conosceva affatto. Nella sua Napoli Gianluca sta bene. È giovane, lavora nella ristorazione e poi collabora anche per diversi anni con un ente che si occupa di consulenza aziendale e certificazione della qualità.  A un certo punto, gli viene proposto di fare le stagioni a Milano Marittima come maitre di un hotel, ed è proprio qui che arriva l’occasione inaspettata: gli viene proposto di lavorare in Svizzera. Gianluca accetta a scatola chiusa e arriva a Neuchatel, paesino che non ha mai neanche sentito nominare ma che subito lo conquista con la sua tranquillità e la bella vista sul lago. Qui, entrato per la prima volta nella sua vita in un casinò, viene chiamato a lavorare proprio nel ristorante del casinò di Neuchatel, dove, nel giro di poco tempo, diventa responsabile food and beverage, ruolo che lo coinvolge completamente portandolo ad occuparsi anche di aspetti amministrativi e di risorse umane. Gianluca si distingue con la sua competenza e voglia di fare e presto riceve un’altra offerta: viene chiamato dal direttore dell’hìHotel Beaulac, un 4 stelle superiore in cui gli standard vanno mantenuti altissimi, a gestire il nuovo rooftop e ristorante dell’hotel.  È un’esperienza estremamente stimolante per lui che va a completamento di un percorso di sei anni e che gli permette di rendere ancora più solide le sue competenze e acquisirne di nuove. Un’esperienza che lo porta dunque a dare forma a un grande desiderio: quello di mettersi in proprio.  Gianluca riflette a fondo su cosa vuole davvero offrire alla città che già non possiede ed è così che prende vita l’idea di Vesuvius, e cioè di un locale che parli con il linguaggio dell’autenticità. Manca a Neuchatel un posto di vera ristorazione italiana con l’offerta di una vera tradizione di pizza e Gianluca questa mancanza la intercetta subito. Nonostante ci siano diversi ristoranti italiani di buon livello, la maggior parte di questi ha un’anima prevalentemente turistica, mentre Gianluca vuole portare lì, in Svizzera, la vera pizza napoletana, da integrare con la vera cucina italiana.  Il primo Vesuvius apre in una stazione di benzina. L’idea è semplice: fare una buona pizza e sperare che vada bene. I risultati superano le aspettative: il locale ottiene subito il riconoscimento dei cittadini, i numeri salgono e lo spazio non riesce più a contenerli. Per offrire maggiore comfort, Gianluca trova dunque uno spazio più grande a Praz, nella stessa regione del Vully, cantone di Friburgo, dove la proposta va oltre la pizza, avendo il locale una cucina. Vesuvius non ha ancora uno storico nella preparazione di piatti e Gianluca deve capire come posizionarsi.  L’idea è vincente: mantenere i piatti iconici che rendono riconoscibile l’Italia all’estero ma rivisitandoli dal punto di vista della stagionalità degli ingredienti. Il successo è grande e così arriva meritatamente l’opportunità di una vita: quella di rilevare il ristorante all’interno del casinò di Neuchatel. Un luogo a cui Gianluca tiene particolarmente e che ha adorato fin dal primo momento con tutto se stesso. È lì che sente il cerchio chiudersi: sta bene e sente di essere sulla strada giusta.  Apre i battenti Vesuvius Neuchatel. Il progetto è curato alla perfezione: il locale è reso unico dagli arredi moderni e raffinati ideati da Picariello Design; la proposta del menù, che presenta pizze della tradizione e piatti di cucina italiana rivisitati, si arricchisce con un  tocco di fine dining moderno. Il risultato è la creazione di un’unica esperienza in cui il cliente mangia bene e si sente bene, sta comodo, in un bell’ambiente dove si diverte anche, grazie alla musica e allo spirito italiano che si respira.  A lungo Gianluca e il suo team lavorano per togliere dal locale l’etichetta di mero ristorante del casinò e riescono a dare a Vesuvius Neuchatel un’identità forte, assolutamente personale e riconoscibile attirando una clientela che prima non c’era, fatta anche di famiglie, lavoratori degli uffici in pausa pranzo, giovani tra i 25 e i 30 anni e raggiungendo una media di coperti decisamente elevata per un piccolo paese come Neuchatel.  La sede di Praz rimane ma non si penserebbe mai a una catena o a un franchising. Il concetto creato da Gianluca con la preziosa complicità dell’executive Giuseppe Folgore, è unico per entrambi i locali: la comodità, il carattere italiano, la qualità degli ingredienti ma le identità sono ben distinte. Vesuvius Praz e Vesuvius Neuchatel differiscono nei menù, con piatti che riflettono ognuno la propria peculiare personalità, forgiata dagli chef.  Oggi Gianluca stenta ancora a crederci di essere riuscito a creare tutto questo. Ha portato il carattere, i sapori, lo spirito del suo Paese in una terra diversa come la Svizzera con due locali in cui i clienti possono davvero sentirsi a casa. E forse anche lui, adesso, può concedersi di provare la stessa sensazione.